La campionessa di pattinaggio artistico su ghiaccio, Roberta Rodeghiero racconta come sta vivendo il suo momento magico. Di ritorno da una doppia “missione” nel ruolo di team leader della Nazionale Italiana, prima in gennaio a Kaunas, in Lituania, ai Campionati Europei di pattinaggio di Figura, poi in febbraio a Taipei per i Campionati Mondiali Junior, Roberta Rodeghiero, la campionessa asiaghese di 34 anni, sta vivendo un momento magico a coronamento di una carriera sportiva entusiasmante. L’ultima gara nell’aprile del 2022 a Jesenice in Slovenia, oggi Roberta è un esempio per le giovani leve e ha davanti a sé nuovi ed altrettanto appassionanti scenari. Con un sogno nel cassetto: le Olimpiadi Milano Cortina 2026.
Come ti senti oggi? Grata. Sono felice per i riconoscimenti e le soddisfazioni arrivate dopo tanto lavoro e impegno. È stata una stagione intensa ed emozionante che ha portato i suoi frutti.
Da atleta a team leader. Come è stato questo passaggio? Le recenti esperienze mi hanno arricchito molto, da un lato mi sono ritrovata al seguito di colleghi con i quali avevo gareggiato fino a due anni prima e con i quali esiste già un profondo rapporto di fiducia, dall’altro ho potuto conoscere personalmente i più giovani. Mi occupo dell’organizzazione in generale, gestisco piccoli e imprevisti, i trasporti, le richieste degli atleti, problemi dell’ultima ora…Un incarico nel quale mi trovo a mio agio dal momento che si tratta di dinamiche che conosco avendole vissute come atleta.
Quali sono i tuoi progetti futuri? E il tuo sogno? La mia ambizione è continuare a lavorare in questo mondo, mi piacerebbe continuare a dedicarmi allo sport. Il mio sogno è essere chiamata in vista delle Olimpiadi del 2026.
E nel frattempo cosa stai facendo? Sono allenatrice al Palaghiaccio del Plebiscito a Padova su concessione dell’Aeronautica Militare, insegno ai piccoli, agli adulti e agli atleti agonisti, mi piace moltissimo. In parallelo seguo alla supervisione del gruppo “Giovani Talenti Veneti” per il Comitato Veneto Regionale Settore Figura affiancando come tecnico i più promettenti giovani della nostra regione.
Se non ti fossi dedicata al pattinaggio cosa avresti voluto fare nella vita? Non riesco a vedermi al di fuori dell’ambito sportivo. Avrei comunque scelto una professione a contatto con gli atleti, forse il giornalista sportivo, perché no?
A chi ti ispiri, qual’è il tuo pattinatore preferito? Michelle Kwan ex campionessa statunitense, la seguivo fin da bambina e mi ha sempre ispirato, anche per la sua lunga carriera oltre che per le capacità tecniche ed artistiche.
Hai cominciato a pattinare all’età di otto anni, complici le tue origini asiaghesi. Cosa vuoi dire ai giovani atleti di oggi? Non mollate mai, le delusioni capitano a tutti ma il duro lavoro ripaga sempre.
ph. Andrea Pavan