Un rito antico e suggestivo tra pascoli e sentieri dell’Altopiano di Asiago.
Tutti sostengono che la processione religiosa, molto sentita dalla popolazione, abbia avuto origine come voto a seguito della peste del 1631, in realtà veniva praticata almeno fin dal 1488, quando ognuna delle 180 famiglie esistenti ad Asiago e dotate di greggi, pagava alla chiesa, nel tempo delle rogazioni, una forma del formaggio migliore.
Possibile però che il rito esistesse da molto prima, e la sua origine sarebbe da ascriversi al sovrapporsi della ritualità cristiana a quella pagana. Ce lo spiega lo storico dell’Altopiano, Giancarlo Bortoli: «Probabilmente il percorso originario è stato deviato in seguito, dopo la peste del 1631, per toccare il Lazzaretto, luogo in cui la Rogazione assume le caratteristiche di un inno alla vita contro la morte». Proprio al Lazzaretto, infatti, la vita è rappresentata simbolicamente dalle uova sode dipinte che le ragazze donano ai ragazzi. «Un inno alla fertilità le cui caratteristiche risultano ancor di più dalle descrizioni dell’Abate Bonato, che ci racconta anche dei particolari abbigliamenti dell’inizio del 1900. – prosegue Bortoli – Risulta per noi curioso che le donne portassero la gonna al ginocchio, calze rosse cocciniglia, busto di seta colorato con fiori multicolori, o che gli uomini addobbassero il loro copricapo con piume di pavone». Oggi è usanza che turisti e abitanti si uniscano alla processione anche lungo il cammino che prosegue per un’intera giornata, con inizio e fine nel Duomo di Asiago, e che si snoda tra prati e paesaggi di incommensurabile bellezza, accompagnato dai canti e dalle litanie religiose.