I comuni dell’Altopiano in prima linea nella gestione sostenibile dell’acqua

Il tema dell’acqua e della sua gestione è oggi al centro del dibattito internazionale in quanto questa risorsa, fondamentale per la nostra vita, sebbene sia rinnovabile è disponibile in quantità limitata. Le ultime stime, ci dicono che negli ultimi 30 anni, le attività umane (in ordine: agricoltura, processi industriali ed uso domestico) hanno contribuito a ridurre del 50% le risorse d’acqua dolce disponibili. Un altro problema da considerare è poi quello dei cambiamenti climatici che interessano il nostro pianeta e che stanno contribuendo al fenomeno della desertificazione tanto che anche nel nostro Paese a breve dovremo affrontare seri problemi di scarsità idrica.

Questa situazione richiede di cambiare gli attuali modelli di gestione ed uso dell’acqua guardando al suo consumo e inquinamento lungo l’intera catena di fornitura e di produzione dei beni di consumo. Gli enti, le organizzazioni e le caratteristiche delle catene di produzione e rifornimento influenzano fortemente il volume di acqua consumata, la distribuzione spaziale e temporale del suo utilizzo ed il suo inquinamento.

La comunità scientifica, per supportare le politiche internazionali sul tema, ha elaborato il concetto di Water Footprint (WF) o impronta idrica. La Water Footprint è un indicatore che fornisce una misura dell’appropriazione, da parte dell’uomo, dell’acqua dolce disponibile a livello globale. Si configura quindi come un indicatore dell’interferenza umana nel ciclo dell’acqua, dal momento che misura il volume totale di acqua evaporata (superficiale, di falda e piovana immagazzinata nel suolo) e il volume d’acqua inquinata associata alla produzione dei beni e dei servizi (che comprende l’estrazione delle materie prime, il loro trattamento ed il loro uso), facendo riferimento oltre al consumo, anche alla tipologia di acqua, al luogo e al periodo del suo utilizzo. I primi risultati dell’applicazione di questa metodologia di calcolo dovrebbero farci riflettere: 15.500 litri d’acqua per poter disporre di 1 kg di carne, 140 litri d’acqua per una tazza di caffè, 10 litri d’acqua per un singolo foglio di carta. Le Amministrazioni dei Comuni dell’Altopiano di Asiago (Asiago, Conco, Foza, Lusiana, Roana e Valstagna ed anche il Comune di Recoaro Terme) dotate di un sistema di gestione ambientale certificato secondo il regolamento EMAS e impegnate da anni per migliorare le proprie prestazioni ambientali, hanno riconosciuto l’importanza di questo aspetto e hanno adottato misure concrete per ridurre i consumi di risorsa idrica. Le azioni intraprese, quali il monitoraggio dei consumi delle strutture comunali, la riparazione delle perdite identificate, e la sensibilizzazione presso gli studenti delle scuole stanno già dando importanti risultati: -4% dei consumi 2009 rispetto al 2007.

0 Commenti disabilitati 2495 08 ottobre, 2013 BENESSERE ottobre 8, 2013

About the author

View all articles by admin